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Nel Giorno del Ricordo celebrato l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci “Giusto tra le nazioni”

Il Giorno del Ricordo della tragedia degli italiani dall’esodo dalle loro terre
di istriani, friulani e
dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale e di tutte le
vittime delle Foibe, è anche il giorno in cui si commemora la morte nel campo di concentramento di
Dachau, del questore Giovanni Palatucci.
Nel Palazzo della Questura di Livorno presenti le massime autorità civili e militari si è tenuta la
commovente cerimonia. Il questore Roberto Massucci, nel salutare le autorità e gli studenti della
sezione IIIB dell’IC Bartolena e delle scuole Benci-Borsi, ho sottolineato come Memoria e Ricordo
sono due sinonimi che devono far parte della nostra vita per sviluppare un senso critico. Anche il
Presidente della Comunità Ebraica di Livorno Vittorio Mosseri, di fronte ad una realtà che vede i
testimoni della Shoah ridursi ad un numero esiguo ha invitato i ragazzi a superare il lato emotivo
del ricordo per passare ad un livello più razionale che rende consapevoli di come la conoscenza
della storia e il tramandare la memoria degli avvenimenti aiuta ad essere cittadini del futuro. Il
Provveditore Andrea Simonetti, rivolgendosi direttamente agli studenti ha elogiato in loro questo
atteggiamento di approfondimento, di studio frutto di una comunità scolastica educante e che rende
gli studenti capaci di camminare con coraggio e determinazione anche nei percorsi più difficili
scegliendo la strada giusta per una società migliore.
Gli studenti della IIIB hanno quindi condiviso il loro percorso di approfondimento sulla figura di
Giovanni Palatucci, nato a Montella (Avellino) nel 1909, il quale non ancora trentenne fu mandato
durante l’occupazione nazista a Fiume. Qui scelse la strada della morte perché nonostante le leggi
razziali si rifiutò di obbedire, e sotto il falso nome di Danieli riuscì a salvare almeno 5000 ebrei
dalla deportazione. Arrestato il 13 settembre del 1944 da Herbert Kappler, il gelido esecutore delle
Fosse Ardeatine, fu rinchiuso nel carcere di Trieste e condannato a morte. La pena fu poi
commutata nella deportazione, e quaranta giorni dopo fu mandato a Dachau dove morì di stenti e
patimenti il 10 febbraio del 1945, due mesi prima della liberazione del campo di sterminio. Il suo
corpo sparisce nella fossa comune. Di lui resta la matricola:117826.
Israele già nel 1952 gli dà il titolo di Giusto tra le Nazioni. Nel 1985 Il Presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro gli conferisce la Medaglia d’oro al merito civile alla memoria.
Nelle riflessioni gli studenti  Giovanni Palatucci viene definito un vero eroe che non è rimasto a
guardare e ha agito in prima persona per salvare gli ebrei perseguitati dal nazifascismo. I suoi
principi di onestà lo hanno fatto disobbedire alle leggi che gli erano state imposte perché il diritto
alla vita per lui era sacro: “Per noi giovani conoscere questa storia ci ha fatto capire a quali livelli di
crudeltà l’uomo può arrivare ma la vita di Palatucci è per noi un modello positivo al quale guardare
sempre per non permettere che l’uomo ricada nella barbarie…Vogliamo ricordare una breve frase
che esprime il senso più profondo delle eroiche scelte di Giovanni: “Ci vogliono dare ad intendere
che il cuore sia solo un muscolo e ci vogliono impedire di fare quello che il cuore e la nostra
religione ci dettano”.
Al termine della cerimonia, gli studenti insieme a tutte le autorità si sono recati nel Piazzale esterno
dove hanno deposto una rosa davanti al monumento dedicato a Palatucci.